
La mia giornata è iniziata con la testa che mi ronzava: era piena di pensieri, dubbi, ansia, paure, tutte che urlavano allo stesso tempo e mi assordava le orecchie. Sono state settimane intense, quelle di Febbraio, settimane che credevo eterne e che non finissero mai. E in tutto quel caos non volevo altro che silenzio: avevo bisogno di staccare, avevo bisogno di allontanarmi e riprendere in mano le mie giornate con più calma.
Ho trascorso il mio San Valentino con l’unica persona che in questo momento riesco ad amare veramente: me stessa. E a me stessa, dopo queste settimane che hanno messo a dura prova la mia forza d’animo e i principi che con fatica avevo fissato, ho deciso di fare un grande regalo.
Così, alla prima giornata libera dal lavoro, mi sono svegliata e sono corsa alla stazione per prendere il primo treno diretto a Venezia.
Una vera fuga, ma non per allontanarmi dai problemi, bensì per riprendere controllo delle mie emozioni e della mia ansia per poi tornare a piedi più saldi nella mia quotidianità e lottare a testa alta.
Così è iniziata la mia mattina: un treno preso all’ultimo minuto, un’ora di attesa con le cuffie nelle orecchie e il mio fedele audiolibro, l’alba che mi salutava con calore, e la vista meravigliosa dell’acqua dei canali appena uscita da stazione Santa Lucia.
Venezia ha sempre quel fascino vintage che mi scalda il cuore ogni volta che la vedo. Sono trascorsi ben quattro anni dall’ultima volta che la vidi, ma sembra che il tempo non sia mai passato: ogni volta la guardo con gli occhi di chi vede le stelle per la prima volta e si chiede come sia possibile vedere un tale spettacolo a occhio umano.
Potrei dire che questa volta l’ho vissuta per davvero: l’ansia si è fatta da parte, non ero stressata e non avevo paura. Eravamo solo io e questa splendida città bianca che ovunque la guardi resta illuminata dai riflessi lucenti dell’acqua.
Un consiglio per questa visita: perdetevi. Perdetevi totalmente in ogni senso, perdetevi ad ammirare i palazzi, perdetevi per le stradine e perdete ogni senso dell’orientamento, perché è questo il bello di Venezia: ogni angolo nascosto è una sorpresa costante.
Vorrei percorrere con voi le calle veneziane in cui mi sono addentrata.
📍Da stazione S.Lucia, andiamo a sinistra seguendo i cartelli “Per Rialto“: girare a piedi per queste strade è il metodo migliore, e consiglio di dimenticarsi il telefono e di munirsi di una buona mappa della zona, vi farà apprezzare la città in modo unico.
📍Lungo il nostro percorso troveremo l’ex Cinema Teatro Italia, ora sede di un supermercato: entrando potrete ammirare le splendide pitture ancora impresse sulle pareti per immaginare come fosse al tempo dei primi del 900.
📍Continuando per le vie, ci troveremo ad ammirare la bellezza del Ponte di Rialto: è il più antico d’Italia e nel 1594, a pochi anni dal termine della sua costruzione, fu considerato l’ottava meraviglia del mondo. Il ponte è composto da una sola arcata di 28m, con 6000 pali in legno che sostengono e fondamenta, e presenta una lunghezza di 48m per 22m di larghezza.
Una leggenda inquietante che gira sul Ponte di Rialto dice che i ritardi per la costruzione del ponte fossero da addurre a cause misteriose: si narrava infatti che la costruzione dell’opera fosse ostacolata dal Diavolo, il quale aveva un interesse personale a tardarne il completamento. In cambio del suo benestare alla prosecuzione dei lavori, questi pretese da Antonio da Ponte che gli venisse consegnata l’anima della prima persona che lo avesse attraversato.
Per il bene della città, Antonio fu obbligato ad accettare, ma nel frattempo architettò un piano per aggirare la promessa: il giorno dell’inaugurazione del ponte avrebbe liberato un gallo facendo in modo che questo passasse per primo. Il Diavolo venne però a sapere dell’inganno escogitato da Antonio e si vendicò presentandosi sotto mentite spoglie alla moglie incinta dell’architetto ed esortandola a raggiungere di corsa il marito a causa di qualche urgenza. Ella si precipitò a cercare Antonio e vistolo sulla sponda opposta del Canal Grande si fiondò oltre il ponte appena ultimato. Fu così che il Diavolo s’impossessò della sua anima e condannò quella del nascituro a vagare per secoli senza riposo.
Una storia antica che trova similitudine con quella del famoso Ponte della Maddalena, detto anche “Ponte del Diavolo“, situato in provincia di Lucca, a Borgo a Mozzano. Tuttavia la definizione di Ponte del Diavolo viene applicata a numerosi ponti di origine naturale o artificiale, più o meno antichi, situati principalmente in Europa, ma presenti quasi in ogni parte del mondo. La relazione con il Diavolo si associa solitamente a una leggenda.

📍Sorpassando il Ponte di Rialto, tenendolo alla vostra destra, costeggiamo il Canal Grande seguendo le indicazioni “Per S.Marco” e troveremo la Scala Contarini del Bovolo, uno dei punti panoramici di Venezia: la torre fa parte di Palazzo Contarini, con un’altezza di 26m e un diametro di 4,7m, costituita da 80 gradini trapezoidali che vi permetterà di salire in senso antiorario.
📍A questo punto del nostro viaggio, vi consiglio di deviare la strada e di non seguire la via principale per la piazza ma di perdervi tra la folla.
Lungo le pareti delle calle, lontani dalla piazza, si troveranno cartelli che spingono di nuovo verso “Rialto“, ma nessuno di questi ci indica la presenza di un luogo diverso da quelli turistici. Tuttavia, è proprio tra queste vie secondarie che troverete un tesoro nascosto: 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐀𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐀𝐥𝐭𝐚.
La struttura è molto particolare, in quanto il pian terreno è ricavato da un antico stabile ed è aperto verso il canale retrostante, e all’innalzarsi delle acque la libreria tende ad allagarsi. Da amante dei libri come sono, ricordo che la prima volta mi venne un colpo a vedere quei libri rovinati. Ma mi spiegarono subito il loro segreto: i libri non possono bagnarsi, in quanto sono lasciati o su scaffalature in alto, oppure all’interno di piccole imbarcazioni e gondole parcheggiate nel locale. quando il livello del mare si alza, esse cominciano a galleggiare, assicurandone la sopravvivenza. i libri che vedevo io erano vecchie monografie datate, di quelle salvate dal macero, utilizzate appositamente per l’estetica della libreria stessa.
Voglio vivere qui, pensai subito.
Per entrare ci sono due ingressi: quello principale si trova sul Calle Lunga Santa Maria Formosa, ed è la via più semplice e diretta dato che si trova a pochi passi da Piazza San Marco. Il secondo ingresso è quello più nascosto, e si trova in un vicolo chiamato Calle Bragadin o Pinelli: la strada immette direttamente in un cortiletto della Libreria, con la parete a destra piena di monografie rovinate mentre quella a sinistra presenta un tavolino da caffè dove potrete sfogliare i libri prima di riporli negli appositi scaffali all’interno della Libreria.

Luigi Frizzo è l’ideatore di questo paradiso: vicentino di nascita ma veneziano di adozione, dopo aver viaggiato per anni ha deciso di fermarsi qui e creare questo splendido luogo.
Ma non lo troverete mai da solo: con lui in libreria ci sono sempre dei teneri gatti che ci faranno compagnia nel corso della nostra visita. Sicuramente è inusuale, ma riempie di calore l’atmosfera di questo luogo.
Il lato opposto all’ingresso principale è sicuramente il più caratteristico, dove in un cortile esterno il proprietario ha ideato una scalinata fatta di libri destinati al macero, dove salire per osservare dall’alto il canale.
Vi innamorerete, non potrete farne a meno: lascerete lì un pezzo di anima, e l’unico desiderio che avrete sarà quello di tornarci.
📍Seguendo la via principale Calle Lunga Santa Maria Formosa, subito a destra ci troveremo ad ammirare l’immensa piazza di San Marco e la sua Basilica con le sue decorazioni a mosaico, i dettagli in oro e la pietra pallida che brilla alla luce. Realizzata intorno all’828, è stata creata per ospitare il corpo di San Marco Apostolo portato da Alessandria a cui nominarono protettore della città.
Per la realizzazione della basilica, Venezia trasferisce in Occidente l’eredità spirituale e materiale di Bisanzio. L’impianto a croce greca poggia sopra una struttura che nella navata longitudinale centrale riporta motivi architettonici basilicali: il braccio verticale della croce è maggiore rispetto a quelli dei transetti, l’altare è posto nell’area dell’abside. Al di sopra della croce poggiano le cinque cupole, simbolo della presenza di Dio.
L’articolazione dello spazio è ricca di suggestioni non riscontrabili in altre chiese bizantine. All’interno si propone una sequenza unitaria suddivisa in singole partiture spaziali, cui il mosaico a fondo d’oro garantisce continuità ed il particolare modo di essere della chiesa.
Meravigliosa e imponente nel suo aspetto, nessuno può rimanere indifferente di fronte a tale spettacolo d’arte antica.
📍Tenendoci alle spalle la piazza, ammirando la bellezza del luccichio delle acque del Canal Grande, possiamo girare a sinistra verso il vicino Ponte della Paglia, in Riva degli Schiavoni, così da ammirare il famoso Ponte dei Sospiri.
È uno dei simboli della città lagunare, considerato anche il ponte dell’amore, ma nasconde anche lui i suoi misteri. Quello che per molti è il Ponte degli innamorati di Venezia, in origine era una rampa d’accesso dalle sale dei magistrati al Palazzo delle prigioni, dove venivano trasportati i detenuti appena giudicati e condannati.
Il ponte è pensile ed interamente chiuso, composto da due stretti corridoi separati. Tutto era stato congegnato al meglio per impedire sul nascere qualsiasi tentativo di fuga dei prigionieri. Uno dei pochi ad essere riuscito a scappar via dalle prigioni, in verità, fu Giacomo Casanova, probabilmente il detenuto più noto ad aver attraversato il ponte, anche se la sua rocambolesca fuga non avvenne durante il trasporto verso la sala dei magistrati, ma in altre circostanze. Dalle piccole finestrelle di pietra traforata del Ponte dei Sospiri è possibile scorgere tantissimi scorci significativi di Venezia e della laguna veneta.
Dal Ponte della Paglia su cui ci troviamo, se ci giriamo in lontananza possiamo ammirare l’isola di San Giorgio. Ed è ammirando quell’isola avvolta dalle acque che mi si imprime un sorriso sul volto. Sono questi gli attimi e i dettagli che voglio ricordare ogni giorno: il lieve rumore delle gondole mosse dall’acqua, lo scorrere leggero dei canali, l’odore salmastri che si impregna sulle pareti delle case, i gabbiani in volo, il sole che tramonta lento dietro al campanile. Il mondo è così pieno di meraviglia, mi sento di nuovo libera, e mi fermo a riflettere su quanto io sia felice e quanto stia sorridendo in questa giornata piena di sole e gabbiani che volano sopra la piazza di San Marco.
Non sto pensando più, rievoco solo ricordi sereni e ricchi di emozioni. Così dovrebbe essere, sempre. La felicità è solo nelle nostre mani.
Non accontentavi nella vita, mai.
Ora posso tornare a casa, a cuor leggero, con una promessa silenziosa: ritornerò.