Se mi dovessero chiedere: “Qual è la prima cosa che assoceresti a Lucca?”, penso che la risposta sarebbe “Casa”. Non ho mai saputo dell’esistenza di questa città fino a quando mia madre conobbe il suo compagno di origini per l’appunto lucchesi. Fu nel lontano 2010, nel mese di Ottobre, che mi portarono a visitare questa città per la prima volta.
Inizialmente, non l’ho inserita tra le mie città preferite. Non capivo che cos’avesse di speciale. È stato con gli anni che ho capito l’importanza che aveva, e non solo dal punto di vista affettivo-famigliare.

Partiamo con l’osservare la prima caratteristica che contraddistingue la città: le alte Mura medievali, lunghe esattamente 4 chilometri e 223 metri, sono frutto dell’ultima campagna di ricostruzione, partita nel 7 Maggio 1504 e terminata solamente un secolo e mezzo dopo, nel 1648. I lavori hanno avuto luogo anche nella seconda metà del Seicento, con aggiornamenti strutturali basati sulle nuove conoscenze e tecniche costruttive. Mai utilizzata a scopo difensivo, la struttura moderna si articola su 12 cortine ed 11 baluardi.
Il fatto che queste mura non siano state abbattute o modificate ulteriormente, dà segno di come la città tenga molto alla propria memoria storica e culturale. È possibile accedere all’interno delle mura attraverso sei porte e ad ogni baluardo è assegnata una statua o un elemento storico di riferimento.

Passeggiare lungo le Mura è la cosa preferisco fare appena arrivo a Lucca: camminare lungo il viale alberato, osservando l’immensa distesa d’erba che sta al di sotto, gli alberi che ondeggiano col vento, le persone sedute sulle panchine nei baluardi a giocare a carte… per me equivale alla pace dei sensi, soprattutto se è durante l’orario del tramonto.
Il clima toscano è uno di quegli elementi che vanno a favore del paesaggio: gli Appennini e il mare infatti, garantiscono temperature piacevoli e un tempo non troppo piovoso, o in qualsiasi caso non si ha mai il rischio di avere l’aria troppo pesante o afosa.
Sono innamorata di questo panorama, ne amo l’aria e le sensazioni che mi dà. È una città tutta da camminare e esplorare, mi ha regalato talmente tante emozioni semplici che non vi so nemmeno descrivere.
Continuiamo il nostro cammino fino a raggiungere il cuore di Lucca, e parlo della piazza principale con la chiesa di San Michele in Foro. Da lì è possible prendere diverse vie e attraverso vicoli e stradine nascoste raggiungere le altre piazze. Oltre alla piazza di San Michele, abbiamo anche:

- Piazza Napoleone,
- Piazza dell’Anfiteatro,
- Piazza Cittadella,
- Piazza Antelminelli,
- Piazza San Bernardini,
- Piazza San Martino (con annessa l’omonimo Duomo),
- Piazza dell’Arancio,
- Piazza del Giglio,
- Piazza San Frediano,
- Piazza San Salvatore,
- Piazza Santa Maria Forisportam,
- Piazza Santa Maria.

Ogni piazza ha la sua storia e il suo edificio storico di riferimento. Una piazza che una rilevante importanza storica è sicuramente Piazza dell’Anfiteatro, edificato sui resti dell’antico anfiteatro romano (II secolo d.C.), che ne determinano la forma ellittica. L’anfiteatro Romano è una delle mete più suggestive della città di Lucca, ed era formato da due ordini sovrapposti di cinquantacinque arcate su pilastri che servivano a sorreggere la cavea (le gradinate), divisa in settori per i diversi ceti sociali dove si sedevano gli spettatori e la sua altezza complessiva superava i 13 m.
Con la caduta dell’impero romano e le invasioni barbariche, l’Anfiteatro, così come il resto degli edifici costruiti dai romani, cadde in rovina e venne utilizzato come vera e propria cava di materiale per la costruzione di altre strutture e chiese, per questo era anche indicato col nome “grotte”. Col passare dei secoli l’Anfiteatro ebbe diverse destinazioni: da cava divenne deposito per il sale, polveriera e persino carcere, fino all’arrivo dell’architetto Lorenzo Nottolini. Al tempo, Nottolini realizzò a Lucca i suoi più importanti interventi urbanistici, tra i quali il completo restauro della Piazza dell’Anfiteatro che terminò nel 1838: eliminò tutti gli edifici che si trovavano nell’antica arena delimitando il perimetro ellittico dell’area con la creazione della strada esterna che lo costeggia (via dell’Anfiteatro) e lasciando solo le abitazioni che ricalcavano l’originale Anfiteatro. Creò nuove porte per l’accesso alla piazza e da allora ha una sua unicità e una bellezza attraente, è una meta che consiglio: vi sedete in uno dei ristoranti presenti, prendete un aperitivo e vi godete la vista.
Continuando a camminare, si ha la scelta di poter risalire le Mura e percorrere la città dall’alto oppure continuare a spostarsi tra le vie del centro. La scelta che preferisco è sempre muovermi dall’alto, così è più facile vedere i posti che voglio raggiungere (e sopratutto c’è meno traffico).
Dall’alto possiamo vedere il Duomo, San Martino: chiesa in stile romanico con un corpo basilicale a cinque navate, sorrette da colonne sormontate da matronei, tetti a copertura lignea. Alla facciata principale, orientata verso ovest, è addossato il portico-ardica aperto sulla piazza da tre grandi arcate di cui una più stretta per la vicinanza del preesistente campanile. Alla destra della facciata si eleva la Torre Campanaria a base quadrangolare, che si apre verso l’esterno con cinque ordini di polifore, tipologie di finestre multiple tipiche dell’architettura gotica; il coronamento superiore è costituito da merli ghibellini, tipici dell’architettura medievale: si tratta di ciascuno dei rialzi in muratura eretti a intervalli regolari che coronano le mura perimetrali di castelli, torri difensive, palazzi, ecc. All’interno del campanile, vi è un concerto di sette campane.
Nella cattedrale, in un locale presso la sacrestia, si trova il monumento funebre a Ilaria del Carretto, realizzato da Jacopo della Quercia (1374-1438) realizzato tra il 1406 e il 1408. Esso raffigura la nobildonna lucchese, moglie di Paolo Guinigi, alla quale, morta di parto molto giovane, fu dedicato il sarcofago marmoreo. Il sarcofago raffigura la ragazza in posa dormiente, riccamente abbigliata e giacente su un catafalco decorato con putti reggifestone. Ai piedi della ragazza giace un cagnolino, simbolo della fedeltà coniugale.
Rimaniamo sull’argomento “Guinigi”, e cambiamo location. Volete un punto panoramico per vedere tutta la città dall’alto? Avete due scelte: o salite sulla Torre delle Ore, in via Fillungo, che con i suoi 50 metri circa di altezza è la più alta delle 130 torri presenti a Lucca dal Medioevo a oggi; oppure, salite sulla Torre Guinigi.

Torre Guinigi è la più importante torre di Lucca, nonché una delle poche rimaste all’interno della città, visitabile con accesso dalla via Sant’Andrea.
La torre, costruita in pietre e mattoni, si innalza per 44,25 metri. Il raggiungimento della cima è permesso da 25 rampe di scale, per complessivi 230 gradini. Salendo le scale, è possibile vedere appesi alle pareti interne numerosi quadri raffiguranti scene della vita medievale. Dalla sommità, è possibile ammirare Lucca nella sua interezza e persino le montagne circostanti. Appena raggiungerete la cima, vi ritroverete al centro del giardino pensile costituito da un cassone murato riempito di terra, nel quale sono state messe sette piante di leccio.
Consigliato, sia perché è un punto panoramico mozzafiato, ma anche perché se ci andate quasi a orario di chiusura non troverete quasi nessuno: sarete invasi da un silenzioso senso di serenità, a 40 e passa metri di altezza, ad ascoltare solo il vento
che vi scompiglia i capelli e gli uccelli che volano verso i loro nidi nascosti tra le fessure della torre. Vi ho fatto venire voglia di salire sulla torre? Io soffro di vertigini, perciò posso assicurarvi che per quanto possiate avere paura di salire fino in cima… la vista vi appagherà di tutta la fatica.
Continuando a percorrere le nostre Mura, altri edifici storici che possiamo incrociare sono ad esempio l’ex Casa del Boia, ora luogo di visita multimediale per scoprire la vita medievale della città; e Palazzo Pfanner.
Si tratta di una residenza nobiliare del ‘600, tuttora di proprietà della famiglia Pfanner la quale, a partire dal 1995, ha intrapreso un’impegnativa opera di restauro promuovendone altresì la valorizzazione attraverso l’apertura al pubblico e l’organizzazione di esposizioni e concerti. La caratteristica che più affascina sicuramente di questa abitazione, oltre agli interni arredati con mobili pregiati dell’epoca e a un’esposizione permanente di strumenti medico-chirurgici e antichi testi di medicina (appartenuti a Pietro Pfanner stesso), è il giardino in stile barocco: vi sono distese di fioriture ornamentali, piante ad alto fusto e conche di limoni che accompagnano la monumentale teoria di statue settecentesche raffiguranti le divinità dell’Olimpo greco e le Quattro Stagioni.
Ci sarebbero tantissime altre cose che vorrei dirvi di Lucca: vorrei dirvi che ogni terzo fine settimana del mese tra le vie del centro storico c’è sempre un Mercatino dell’Antiquariato dove mi perdo per ore ogni volta; vorrei dirvi di andare a vedere l’interno del Teatro del Giglio in piazza del Giglio, uno dei più antichi teatri d’Italia la cui magnificenza mi sconvolge ogni volta; vorrei dirvi che nell’angolo tra piazza Napoleone e San Michele c’è la Piazzetta del Libro, dove potrete trovare bancherelle di libri di ogni sorta, argomento ed epoca, e ogni volta è come camminare in mezzo a tante vite passate solo sfogliando delle pagine sgualcite; vorrei dirvi di passare lungo Via del Fosso per vedere i resti delle vecchie mura romane rappresentate dalle Porte di San Gervasio e Protasio; vorrei dirvi che se cercate una cena poco pretenziosa e non costosa mentre camminate per il centro, passate in Via Buia da Pizzeria da Felice dove una buona pizza e una buona birra sono l’apice della felicità dopo una lunga camminata; vi potrei dire che Lucca è un punto strategico per tante altre città limitrofe, come Viareggio, Siena, Pisa, Firenze… oltre fatto che potrei dirvi che vicino alla città potrete godere di opere come l’Acquedotto Nottolini e “Le Parole D’Oro“, un ponticello che riporta delle lettere in “ottone” che sembrano oro che recitano: “KAR.LVD.BORB.I.H.DUX.N.AUG.AQUIS.E.PLURIBUS FONTIUM ORIBUS.COLLIGENDIS.ET AD URBANOS PONTES LARGIUS PERDUCENDIS.MONUMENTO.AETERNO.PROVIDIT.DUCATUS.SUI.ANNO.VI“.

E dopo così tante nozioni, è giusto anche lasciarvi con un’informazione d’obbligo: Lucca è la città natia di Giacomo Puccini (1858-1924), compositore italiano considerato uno dei maggiori e più significativi operisti della storia musicale.
A Lucca, in Corte San Lorenzo, la sua casa è stata trasformata in un museo nel 1979, ed esso custodisce arredi originali, preziosi oggetti appartenuti al musicista, tra cui partiture autografe di composizioni giovanili, molte lettere, quadri, fotografie, bozzetti, cimeli e documenti preziosi, quali le copie di lavori e bozze di libretti ricchi di annotazioni autografe e abbozzi musicali.
Qualsiasi amante del teatro amerebbe visitare Lucca e la casa del signor Puccini.
Per concludere con un discorso solenne alla Albus Silente, ho solo otto parole per voi sperando di avervi convinti della bellezza di questa città: mozzarelle in carrozza, ciccia fritta, tortelli, strascinati, ricciarelli, buccellato e cantucci con vin santo!














